Email Stampa

Eventi

Evento 

Titolo:
Invasioni digitali
Quando:
30/04/2016 - 30/04/2016
Dove:
Sito archeologico del Castello della Brina - Sarzana
Categoria:
Cultura e Turismo

Descrizione

Il Castello della Brina è un insediamento fortificato medievale sul tratto della Via Francigena ‘alta’ che collega Aulla alla piana di Luni, riscoperto grazie alle campagne archeologiche.
Sabato 30 aprile dalle 10:30 alle 12:30, con il CAI di Sarzana e gli archeologici, le #invasionidigitali lasceranno la parola ai reperti alla scoperta del castrum de Brina.

Per condividere l’invasione è necessario “armarsi” con dispositivi in grado di navigare con rete dati.
Si consiglia un abbigliamento pratico e scarpe comode e adatte per camminare lungo il sentiero.

Per informazioni e prenotazione obbligatoria (segui “Registrati all’invasione”): +39 347 9520116 o invasionidigitalisp@gmail.com

Programma
10:15 raduni [raggiungibili in auto]
punto 1- ponte alla Ghiaia di Falcinello (Sarzana), via Falcinello, Sarzana
punto 2 – piazza Aia di Croce a Ponzano Superiore (Santo Stefano di Magra)
10:30 inizio del percorso guidato
12:30 c...

Sede

Luogo:
Sito archeologico del Castello della Brina   -   Sito web
Via:
Località Brina
Cap:
19038
Città:
Sarzana
Provincia:
La Spezia
Paese:
Paese: it

Descrizione

Il Castello della Brina è un insediamento fortificato medievale del quale si erano perse quasi del tutto le tracce e grazie alle ricerche e campagne archeologiche del 2000 - 2013 si è ora in grado di raccontarne la storia per un periodo lungo quasi 3000 anni.
La Brina è stata abitata almeno dalla fine del V secolo avanti Cristo. L’insediamento più antico risale all’Età del Ferro, quando sulla sommità collinare sorsero delle capanne, probabilmente parte di un castellaro abitato dai Liguri Apuani. Già fortificato prima dell’anno Mille, la Brina successivamente subì delle importanti trasformazioni. Nel tardo Duecento il Vescovo di Luni promosse la ristrutturazione della Rocca e di tutti gli altri apparati difensivi del castello. Le vicende che interessarono la Lunigiana tra il XVI e il XVII secolo portarono al suo graduale abbandono, fino al ritrovamento del “torraccio” da parte del CAI.