In tanti al convegno in sala consiliare sulla “Giornata contro le mafie”

“Oggi abbiamo iniziato un cammino per conoscere altre realtà del nostro Paese che hanno già intrapreso percorsi di recupero e valorizzazioni di beni confiscati alla mafia perché è nostra intenzione  fare in modo che gli immobili confiscati alla malavita sul nostro territorio diventino segno tangibile di riscatto e occasione di crescita per la nostra comunità”.Così questa mattina il sindaco Alessio Cavarra all'apertura del  convegno “Giornata contro le mafie” che si è svolto in un'affollata sala consiliare. “La lotta alle mafie è innanzitutto una questione culturale -ha detto Cavarra- ma non possiamo sottovalutare l'importanza di quei presidi di legalità che costituiscono cardini di una vera ed efficace cultura antimafia. Ridimensionarli sarebbe un grave errore, un segno di debolezza e disimpegno che non dobbiamo e possiamo permetterci”.

“ Credo- ha continuato il primo cittadino, che ha colto l'occasione ribadire l'importanza di mantenere la caserma dei carabinieri sul nostro territorio- che il controllo del territorio sia un elemento imprescindibile per prevenire e contrastare i fenomeni malavitosi, soprattutto in una realtà come la nostra in cui è ormai conclamato il rischio di infiltrazioni mafiose”.
Anche per il prefetto della Spezia Giuseppe Forlani “la pervasività del fenomeno malativoso esiste anche sulle nostre terre e va combattuta con la cultura della legalità”. Concetto fortemente sottolineato da Davide Ganci, responsabile progetto “Cambio Rotta”-Consorzio Ulisse Città di Palermo che, nel suo appassionato e sentito intervento rivolto soprattutto ai giovani presenti, ha chiesto che siano proprio le nuove generazioni a farsi carico di idee e progetti per l'utilizzo dei beni confiscati alla mafia. “Togliere un bene alla mafia- ha detto Ganci- ha un valore simbolico importantissimo che cresce nel tempo ed acquisisce forza nel momento in cui quel bene viene effettivamente vissuto come uno spazio di crescita culturale/sociale e veicolato come messaggio positivo dai giovani”.”In Sicilia- ha spiegato- nei beni che abbiamo preso in gestione trovano spazio anche occasioni di svago e di divertimento per i ragazzi: anche questo significa utilizzo sociale”  “Per noi- ha concluso - sapere che anche a Sarzana si è provveduto a riutilizzare i beni confiscati alla mafia è molto importante perché  è chiaro che ormai stiamo creando una rete di progetti che davvero sono fondamentali per combattere la malavita e la sua capacità di mimetizzarsi in tutte le realtà”. “La mafia cerca l'invisibilità- ha aggiunto Giuseppe Monforte , poliziotto che da 34 anni lavora a Catania della Fondazione  Caponetto il cui intervento è stato applauditissimo- è una malattia il cui vaccino è la conoscenza, far sapere ai giovani come agisce e insegnar loro a riconoscerla è il solo modo per combatterla”. Al convegno ha partecipato anche Marco Lorenzo Baruzzo presidente della Consulta della Legalità  da sempre a fianco dell'Amministrazione e Juri Michelucci responsabile dell'assessorato alla legalità istituito per la prima volta nel Comune di Sarzana proprio dal sindaco Cavarra.

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