"Sì" al registro delle unioni civili tra coppie di fatto sia omo che eterosessuali. La Giunta ha dato l'ok all'iter amministrativo del regolamento comunale
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- Ultima modifica il Martedì, 24 Settembre 2013 11:55
- Scritto da Cinzia Baruzzo - Ufficio Stampa
Ben inteso l’iter amministrativo è solo cominciato (restano ancora il passaggio in Commissione Affari Istituzionali e poi in Consiglio comunale) ma è probabile che entro l’autunno nella sala consiliare di palazzo Roderio si celebrerà la prima, “storica” cerimonia che sancirà l’unione civile tra coppie di fatto, sia omo che eterosessuali.
Lo ha stabilito la Giunta che ha dato il via al regolamento per il riconoscimento delle unioni civili proposto dall’assessore alle pari opportunità Giulia Chiatti. “Gli ultimi fatti di cronaca- commenta il sindaco Alessio Cavarra- che hanno purtroppo tragicamente coinvolto anche minori molto giovani mi hanno spinto ad accelerare i tempi per questo regolamento. Ho voluto dare un segnale chiaro perché le Istituzioni per prime devono reagire e rispondere ai bisogni di persone che devono essere tutelate e rispettate. Non è possibile che nel terzo millennio ci siano persone che non possano vivere appieno la loro identità. Con questo atto Sarzana intende ribadire il suo essere città inclusiva rispetto a tutti i componenti della sua comunità”.
Gli fa eco l’assessore Chiatti: “In mancanza di una legislazione nazionale che disciplini la materia, il Comune di Sarzana –dice- ha deciso di dare un riconoscimento simbolico a tutte le famiglie che vivono sul suo territorio. Le unioni saranno celebrate nella sala del Consiglio comunale alla stregua dei matrimoni civili, ed avranno valenza sul territorio cittadino e per quanto riguarda tutti gli aspetti riguardanti la vita sul territorio. Non sarà però possibile equiparare pienamente questo tipo di unioni ai matrimoni effettivamente riconosciuti sul piano nazionale dato che non esiste alcuna legislazione che tuteli coppie formate da persone dello stesso sesso”.
E per unioni civili – si legge nel regolamento- s’intende l’unione di “due persone maggiorenni legate da vincoli affettivi coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune” . Detto in altri termini al registro per le unioni civili potranno essere iscritte tutte le persone residenti e coabitanti nel Comune di Sarzana non legate tra loro da vincoli di matrimonio, parentela, adozione, tutela, curatela, conformemente da quanto previsto dall’art. 87 del Codice Civile o da altri vincoli giuridici, compresi i cittadini di nazionalità straniera. Iscrizioni che avverranno esclusivamente sulla base di una domanda presentata al Comune congiuntamente agli interessati. La domanda dovrà contenere l’autocertificazione relativa al possesso dei requisiti e la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativa all’assenza delle cause impeditive previste nel regolamento stesso. L’iscrizione non può essere richiesta da coloro che facciano già parte di una diversa unione civile, i cui effetti non siano cessati al momento della domande di iscrizione, né dalle persone coniugate fino al momento dell’annotazione della separazione personale sull’atto di matrimonio. Il Comune, successivamente, provvederà a rilasciare su richiesta degli interessati un attestato di “unione civile basata su vincolo affettivo” inteso come reciproca assistenza morale e materiale, ai sensi dell’art. 4 del Regolamento anagrafico, per i soli usi necessari al riconoscimento di diritti e benefici previsti da atti e disposizioni dell’Amministrazione comunale alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate o assimilate. All’interno del Comune di Sarzana, chi è iscritto nel Registro è equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto” ai fini della possibilità di assistenza. “ E' mia ferma convinzione - conclude l’assessore Chiatti- che una famiglia non debba essere necessariamente formata da un uomo e una donna, ma quello che e' importante e' la stabilità e la forza dell'unione. Di conseguenza, anche l'unione fra due uomini o due donne può essere alla base di una famiglia riconosciuta a tutti gli effetti almeno sul territorio cittadino.”