Un anno fa nasceva il TAG, la prima casa delle start-up della provincia. Oggi, nell'ex- Tribunale, sono 20 le neonate imprese di giovani che occupano 44 persone

SARZANA 04.02.2017 _ Esattamente un anno fa si alzava il sipario sulla prima casa delle start-up della provincia dedicata ai giovani che hanno scelto di fare impresa sul nostro territorio,  approfittando di uno spazio attrezzato messo a loro disposizione  dell'Amministrazione Cavarra che, dopo aver indetto un bando ha affidato la gestione della struttura a Talent Garden, società che gestisce  progetti per la creazione di nuove comunità di innovatori digitali in grandi città europee.
E il il bilancio di dodici mesi, numeri alla mano, è più che positivo: 20 sono le neonate impese che ad oggi vedono occupati 44 giovani;10 sono stati i corsi/ eventi formativi dedicati allo sviluppo digitale che hanno visto la partecipazione di 730 persone; 12 sono stati gli appuntamenti del Festival della Mente che qui ha tenuto i laboratori dedicati a 515 bambini che vi hanno preso parte.


“Il Tag - dicono il sindaco Alessio Cavarra e l'assessore alle politiche per il lavoro e incubatori d'impresa Beatrice Casini- è una scommessa vinta non solo dal punto di vista della concretezza, dato che si è dimostrato capace di creare nuove realtà economico-produttive sul nostro territorio, ma anche dal punto di vista di crescita culturale nell'individuare nuove opportunità di sviluppo e crescita, dato che puntando sulle star-up e sul co-working Sarzana ha dimostrato di saper stare al passo con i tempi e con città di ben altre dimensioni”.
Ma di cosa di occupano le neonate realtà economiche che lavorano nell'ex-tribunale di piazza Don Ricchetti? Di architettura, di progetti e di stampa tridimensionale, di fashion desing e abbigliamento creativo per bambini, di video-maker, di social media e web ecc...
“L'idea – concludono Cavarra e Casini- che quello che era in un luogo in cui si amministrava la Giustizia oggi trovi spazio una nuova forma di giustizia sociale che è quella per cui i giovani possono tornare a sognare e a creare futuro sul loro territorio ci rende orgogliosi della scelta fatta, tanto più che i numeri raggiunti in un anno di lavoro ci confermano che è stata una scelta giusta”.