Sarzana e la sua proposta culturale / L'assessore Accorsi precisa: sosteniamo la Cultura dal basso ma le risorse risicate ci obbligano a fare i conti anche con i risultati. Ad oggi non abbiamo cancellato alcun evento

SARZANA 22.01.2015_ “La nostra azione amministrativa, fin dal nostro insediamento è andata nella direzione di confermare tutte le manifestazioni che negli anni hanno reso Sarzana punto di riferimento per la proposta culturale del territorio. Nello stesso tempo ha scelto di non adagiarsi su se stessa e ha cercato proposte  nuove in grado di interpretare il cambiamento rispetto ai nuovi potenziali fruitori, ben diversi per età, formazione e interessi. E' evidente che un ente locale come il nostro da solo non ha la forza e la capacità economica di sostenere tutto ciò. E' nostra ferma convinzione che la Cultura vada aiutata dal basso ma tutti sappiamo che l'utilizzo delle risorse economiche, sempre più risicate, deve necessariamente tenere conto anche dei risultati. Tutto ciò per rispetto dei cittadini che pagano le tasse, degli sponsor che impiegano il loro denaro perché credono in un progetto e, non ultimo, per coloro che, con umiltà e dedizione, quotidianamente si impegnano per fare proposte culturali di altissimo livello senza chiedere alcunché. E' con questo approccio, senza preconcetti alcuni, che stiamo lavorando sul Bilancio 2016: ad oggi nessun evento è stato cancellato”.   Così l'assessore alla cultura di Sarzana Sara Accorsi a proposito del dibattito di questi giorni sulle proposte e sugli eventi culturali sarzanesi .


“La Cultura- continua Accorsi-  costituisce un nutrimento primario per la crescita e lo sviluppo di una comunità è il vero motore che può consentire al nostro paese di uscire dalla crisi. Non è affatto inopportuno ritenere che una adeguata proposta culturale possa fare da traino all’offerta turistica e di conseguenza anche al commercio. E’ un mood tutto italiano quello di considerare la cultura solo nella sua veste più nobile, senza preoccuparsi di come fare a far funzionare concretamente le cose. E’ ormai unanimemente riconosciuta un’impostazione più pragmatica che è quella per la quale percorrere, con senso del limite, la strada che passa per l’utilizzo di politiche culturali finalizzate allo sviluppo dei territori, possa condurre ad una valorizzazione culturale reale. E  ancora, che coinvolgere soggetti privati in questo tipo di organizzazione, in un paese nel quale assistiamo da sempre ad un’endemica carenza di forti politiche culturali pubbliche, sia per davvero l’unica strada possibile. Gli enti locali, ormai, con le risorse che non hanno, possono solo coordinare, suggerire, andare a cercare le energie dove ci sono e metterle a sistema”.