Nuovo istituto agrario in Val di Vara? Cavarra e Ravecca dicono “no”: non ha senso creare doppioni, sediamoci ad un tavolo e facciamo sistema per migliorare l'offerta formativa per i nostri ragazzi

In un momento in cui le amministrazioni locali sono chiamate a proseguire nell'opera di razionalizzazione della spesa l'idea di aprire un nuovo istituto agrario in Val di Vara, creando un doppione rispetto a quello presente da sette anni a Sarzana, è una proposta che ci lascia davvero molto  perplessi. Anche perché, di certo, va in controtendenza rispetto all'ottimizzazione dell'offerta scolastica sull'intero territorio provinciale così come è stata messa in atto nell'ultimo periodo”. Il sindaco Alessio Cavarra e l'assessore alla pubblica istruzione Elisabetta Ravecca entrano nel merito delle polemiche scoppiate all'indomani del “no” all'istituzione di un nuovo agrario da parte del presidente della Provincia Massimo Federici che ha scatenato le ire dei sindaci della Val di Vara. Certo- continuano gli amministratori sarzanesi- sappiamo che il territorio della Val di Vara vanta una tradizione economica nel settore agricolo e agrituristico ma questo non significa che investire ex-novo in un istituto professionale agrario, quando ne esiste già uno a pochi chilometri presso l'istituto Parentucelli/Arzelà di Sarzana, abbia un senso”.

Cavarra e Ravecca dunque concordano con la decisione assunta dal presidente Federici “anche perchè- continuano- l'agrario di Sarzana è costituito da un corso completo, da ben 8 classi ed è attualmente frequentato da 188 studenti provenienti non solo dalla Val di Magra, ma anche da Carrara, Aulla e dalla stessa Val di Vara. Se esistono difficoltà da superare, come ha dichiarato la dirigente del Parentucelli-Arzelà Vilma Petricone, sono quelle legate al potenziamento del trasporto scolastico. Ragioniamo su questo e, qualora talune soluzioni non fossero percorribili, potremmo anche ragionare sulla possibilità di prevedere una sezione distaccata in Val di Vara dell'istituto sarzanese ma insistere sulla nascita di un nuovo polo scolatico in un territorio non certo vasto, che ha appena superato una stagione di razionalizzazione nazionale e regionale per eliminare i doppioni dei corsi e unificare gli indirizzi, significa voler tornare indietro. Siamo disponibili a sederci attorno ad un tavolo  e a confrontarci, a partire dalla necessità di fare sistema per investire  le poche risorse che abbiamo a disposizione per migliorare l'offerta formativa per tutti i  nostri ragazzi”.