Il progetto propone Sarzana come modello nazionale di rigenerazione culturale per le città di piccole e medie dimensioni, capaci di offrire un’alternativa alle grandi metropoli puntando sulla qualità della vita, la valorizzazione degli spazi urbani, l’innovazione e una proposta culturale diffusa e inclusiva con il territorio. L’obiettivo è trasformare il patrimonio storico e urbano della città – dalle fortezze ai teatri, dagli spazi pubblici al paesaggio – in un crocevia di cultura, innovazione e comunità. Particolare attenzione è rivolta al potenziale della cultura come motore economico, capace di fare di Sarzana un laboratorio di artigianato, imprese creative, eccellenze e Made in Italy.
Al centro della candidatura, la visione di una città impavida: che non teme i confini, ma li attraversa e li trasforma in occasioni di incontro, dialogo e costruzione di futuro. Una città che fa della cultura la leva per aprire spazi, curare le persone, generare sviluppo economico e rafforzare il tessuto sociale. L’impavidità è, del resto, un tratto identitario che attraversa la storia di Sarzana. In ogni snodo cruciale, la città ha saputo compiere scelte audaci, opponendosi all’inerzia dei destini già scritti con la forza delle azioni collettive. Anche oggi, attraverso la cultura, Sarzana propone all’Italia una nuova visione di futuro.
Città di confine, di passaggio e di resistenza, Sarzana è impavida da sempre, nella sua storia ha accolto papi e grandi figure della storia occidentale, commercianti e pellegrini lungo la Via Francigena e la Via della Costa. Crocevia della storia per secoli, oggi si propone come crocevia del futuro: una città-laboratorio capace di coniugare identità e innovazione, tradizione e sperimentazione, territorio e mondo.
A guidare la progettazione culturale è un Comitato Scientifico presieduto da Egidio Banti, figura storica di Sarzana e tra i maggiori conoscitori delle radici della comunità sarzanese, affiancato da personalità di primo piano del panorama culturale e accademico nazionale e internazionale.
Svelati gli ultimi membri del Comitato che hanno contribuito con il team all’elaborazione del progetto: Elena Granata, urbanista e docente al Politecnico di Milano, tra le voci più autorevoli in Italia in tema di città e sostenibilità; Alberto Bassi, storico e critico del design, docente allo IUAV di Venezia e presidente del cluster Made in Italy; Marco Dallari, pedagogista e scrittore, già professore ordinario all’Università di Trento; Massimiliano Valerii, filosofo e direttore generale del Censis.
Accanto a loro, oltre dieci figure già presentate: Paolo Giulierini, direttore del MAEC di Cortona e già del MANN di Napoli; Eike Schmidt, direttore del Museo di Capodimonte e già degli Uffizi; Luca Nannipieri, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila; Benedetta Marietti, direttrice del Festival della Mente; Rachele Buriassi, étoile internazionale; Alessandra Guerrini, direttrice dei Musei Nazionali Liguri; Pietro Folena, politologo ed ex presidente della Commissione Cultura della Camera; Andrea Cerri, direttore del Teatro Impavidi; Lola Duran Ocar, curatrice d’arte contemporanea; Maurizio Caporuscio, giurista e Magistrato in quiescenza; Francesca Taliani, docente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara; Barbara Sisti, direttrice del Museo Diocesano; Gianluca Marcianò, direttore d’orchestra.
La direzione della candidatura è affidata a Umberto Croppi, manager culturale, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma, già assessore alla Cultura del Comune di Roma, presidente della Quadriennale e direttore di Federculture.
La candidatura ha ottenuto il sostegno di oltre ottanta enti istituzionali e grandi realtà culturali, nonché il contributo scientifico di cinque università italiane. Alla progettazione hanno partecipato più di duecento tra associazioni e realtà culturali, contribuendo alla definizione di oltre sessanta progetti innovativi. Un impegno collettivo che unisce Regione Liguria, università, parchi, comuni, fondazioni, istituzioni culturali italiane ed europee, categorie economiche, sindacati e un ampio tessuto sociale.
A testimoniare la portata regionale del progetto è anche il sostegno del Comune di Ventimiglia, in un simbolico abbraccio che unisce la Liguria da Levante a Ponente e al quale aderiscono, in coerenza con la storia di Sarzana, anche istituzioni e amministrazioni francesi, tra cui il Comune di Nizza. Un’ulteriore conferma della vocazione internazionale della candidatura, inserita in una dimensione europea e connessa alla rete euro-mediterranea dell’Euroregione Alpi-Mediterraneo.
Il Ministero della Cultura ha già riconosciuto il valore della proposta con un investimento destinato alle Fortezze di Firmafede e Sarzanello, cuore del futuro Parco Urbano delle Fortezze e simbolo della rigenerazione culturale che Sarzana intende offrire come modello nazionale.
Con il deposito del dossier si apre ora una nuova fase del percorso: iniziano le presentazioni pubbliche rivolte alla cittadinanza e agli stakeholder, in Italia e all’estero. La prossima tappa sarà il TTG Travel Experience di Rimini, dove Sarzana presenterà la propria candidatura agli operatori del turismo culturale, insieme alla Regione Liguria.
«Abbiamo presentato non solo un progetto per il 2028 – ha dichiarato la sindaca Cristina Ponzanelli – ma il disegno di una città che ha scelto di crescere attraverso la cultura, aprendo spazi, rafforzando legami e costruendo futuro. Vogliamo dimostrare che anche una città di dimensioni medie può parlare all’Italia intera, proponendo con il nostro territorio un modello replicabile di sviluppo culturale, sociale ed economico. Grazie alla straordinaria rete di cittadini, associazioni, esperti nazionali e internazionali e alle istituzioni che hanno aderito, dando forma giorno dopo giorno a questo progetto in modo corale: Sarzana e questo territorio abbiano la forza di parlare al Paese e oltre i suoi confini».